Nel mio spostarmi tra un’aula e l’altra, ieri incontro un folletto biondo che gioca, da solo, a campana, in corridoio.
“Che fai?” le chiedo.
“Vado a riempire la mia borraccia” risponde mentre me la mostra, vuota.
Ovvio – penso io – se nel corridoio, sulla tua strada, trovi lo schema di “Campana” devi saltare per forza, se no che ci starebbe a fare?
“Hai bisogno di aiuto?” spingo io, per accelerare i tempi e non fare andare in ansia il maestro, in classe.
“Sì”.
Per colmare il silenzio, mentre faccio scorrere l’acqua dentro la borraccia, il folletto biondo crede che potrebbe essere il momento giusto per farmi una confidenza: “Sai, io voglio stare qui fino alla quinta…”
“Bene! E…perché, se posso saperlo?”
“Perché io voglio sempre stare nei posti dove sono contenta e qui sono contenta!”
“Grande Aurora! Batti il cinque!”
I palmi delle mani si scontrano con un sorriso, chiudo la borraccia, gliela consegno e lei se ne torna trotterellando verso la sua classe.
L’avete mai notato? Se hanno un lungo corridoio davanti, i bambini non camminano: saltellano. O almeno qui fanno così…
Aurora, 6 anni, classe I.